Nel guadare un fiume, in sella ad un cavallo, che mi fece pensare a Tex, mi ricordai, anche, di un mio progetto che inoltrai, via pec, a Sergio Bonelli Editore il 03 agosto 2015.
Si trattava di:
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dare vita ad un abbonamento digitale, a prezzo fisso, per una o più delle loro serie a fumetti (Tex; Dylan Dog; Martin Mystere; …), tradotti in lingua inglese ed usufruibili tramite pc, smartphone o tablet;
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con la possibilità per il lettore, tenendo premuto o cliccando sui call out, di visionare la traduzione del testo in italiano e di ascoltare la pronuncia del testo in lingua straniera.
Lo scopo era quello di conciliare l’utile con il dilettevole. Ossia di consentire l’apprendimento e/o il mantenimento, della conoscenza di una lingua straniera con il passatempo della lettura di un buon fumetto. Vuoi mettere un professore che dica agli studenti: "per le vacanze mi leggete: 3 Tex e 2 Dylan Dog".
Specie, poi, se alcune di queste serie fossero state già tradotte in lingua straniera per i mercati esteri, l’operazione che suggerii alla casa editrice, a fronte di un investimento irrisorio, si sarebbe potuta tradurre in interessanti tornaconti economici.
Da segnalare, in merito, come a pochi giorni dal “Lucca Comics and Games” di ottobre 2016 la Marvel e la Panini Comics annunciarono, proprio, il lancio di un progetto di digitalizzazione di molte delle loro testate che sarebbero state tradotte in diverse lingue. Cosa che a distanza di diversi anni mi pare sia avvenuta.
Un'ultima annotazione è che leggere fumetti (ancor più idearli) aumenta la fantasia che è uno skill/competenza fondamentale in un futuro prossimo (scrivevo già nel 2017, oggi nel 2025 ci siamo), dove le funzioni più razionali sarebbero state sempre più ad appannaggio dell'intelligenza artificiale.
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Parlando della nona arte, impossibile non ricordare quanto diceva in proposito Umberto Eco:
"Se mi voglio divertire e rilassare leggo Hegel; mentre se mi voglio impegnare leggo un fumetto”.
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E ora, pensando alla scuola e a proposito di divertimenti, come non rimembrare:
- la mitica guerra con le palline di carta, sparate con la penna Bic.
O un altro classico come:
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l’Uhhh di sottofondo in crescendo;
Tra i meno noti, una pratica che mi è stata raccontata recentemente da un amico:
- lo stare tutti un po’ storti, dando, così, un senso di disorientamento all’insegnante.
p.s.
mi raccomando ragazzi sono cose da fare, al massimo una volta l'anno, in tal caso, se scoperte, possono anche essere scusate da un insegnante con il senso dell’umorismo e che si ricorda di essere stato giovane.
A proposito di gioventù, Picasso disse: "mi ci sono voluti 70 anni per diventare giovane".
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